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Domande aristotele

  1 . Perchè Dio è un elemento necessario del sistema fisico aristotelico ?  Aristotele credeva che Dio fosse un elemento necessario del sistema fisico perché era la causa finale di tutto ciò che esiste nell'universo. Secondo Aristotele, tutto ciò che esiste nell'universo ha una causa finale, e questa causa finale è Dio. In altre parole, Dio è la ragione per cui tutto ciò che esiste nell'universo esiste. In questo modo, la presenza di Dio era necessaria per spiegare la natura dell'universo e il suo funzionamento. 2. Come può Dio esercitare la sua causalità rimanendo immobile ?  Secondo Aristotele, Dio esercita la sua causalità rimanendo immobile perché è il motore immobile dell'universo. In altre parole, Dio è l'origine del movimento in tutto l'universo, ma non è in grado di muoversi fisicamente. Dio è l'essenza pura dell'azione e del pensiero, e la sua immobilità è ciò che lo rende perfetto e incorruttibile. In questo modo, la causalità di Dio non

Aristotele

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    Aristotele nasce a Stagira, nella penisola Calcidica, e nel 367, all'età di 17 anni, si trasferisce ad Atene per studiare presso l'Accademia di Platone. Qui ci rimane per vent'anni, fino alla morte di Platone, di cui continuerà a condividere con lealtà le posizioni filosofiche. In seguito si reca in Asia Minore, dove rimane per cinque anni, per poi trasferirsi a Pella, presso la corte macedone, in cui diviene precettore di Alessandro Magno. Torna ad Atene forte della protezione di Alessandro Magno e, nel 335 a.C., fonda una nuova scuola, il  Liceo  (Peripato). A differenza dell'Accademia platonica, nel Liceo aristotelico gli allievi non erano tenuti a rispettare particolari regole comuni di vita. Insegnamento e ricerca erano le attività scolastiche  Progetto filosofico  Il filosofo sosteneva che il fine principale dell'uomo fosse la felicità, la quale non derivava dal piacere, ma dalla coscienza razionale di uno sviluppo della propria specifica essenza nell'

Il mito della caverna

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  L'allegoria della caverna è il racconto della liberazione di un prigioniero, che ha sempre vissuto incatenato e che conosce solo le ombre degli oggetti reali. Il prigioniero liberato esce dalla caverna, e vede finalmente gli oggetti reali e il sole. Il significato  Il filosofo che esce dalla caverna non aumenta le proprie conoscenze, bensì le rende più chiare, più vicine alla realtà. Se prima conosceva solo le ombre delle cose, piano piano impara a conoscere le cose reali, e poi le idee (che, secondo Platone, sono ciò che di più reale ci sia).

Platone

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Lo studio di Platone si fonda su 5 domande:  1. La teoria delle idee -  È possibile individuare principi stabili e immutabili a fondamento del mondo sensibile? 2. La concezione della conoscenza - È possibile una conoscenza razionalmente fondata e autentica? 3. La dottrina etica: l’anima l’amore e la virtù - Che cos’è il bene e quali sono i valori che l’uomo deve perseguire? 4. La visione politica e il problema educativo - La conoscenza del bene è sufficiente per la realizzazione di una società giusta? 5. La cosmologia il fondamento delle leggi - Qual è l’origine dell’ordine presente nel mondo fisico e umano? 1)   Platone riparte  da dove era arrivato Socrate, secondo il quale l’anima acquisisce aspetti positivi, grazie alla conoscenza. Da qui Platone punta a stabilire quali siano i valori che deve tenere in considerazione il filosofo per un rinnovamento sociale.  Esistono due mondi : il mondo delle cose che non è altro che L’Iperuranio ( al di la del cielo ) ed è il mondo in cui

Socrate

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Il metodo dell’indagine filosofica usato da Socrate é il dialogo, che consiste nello scambio e nel confronto con l’altro attraverso la parola; non si tratta però di un parlare vuoto, privo di direzione, perché presenta una struttura ben precisa in cui si possono distinguere due momenti: maieutica e ironia  Ironia:  Consisteva nella dissimulazione (fingere una cosa piuttosto che un’altra), infatti Socrate esaltava le doti del suo interlocutore e si poneva come inferiore, per poi dimostrarne l’ignoranza, così che questo si impegnasse nella ricerca. Crea così un “vuoto” nell’interlocutore, ma Socrate non lo riempe con le sue idee, perché l’obiettivo é quello di far partorire all’altro le idee attraverso una serie di domande. Maiuetica:  Socrate stimola l’ascoltatore a ricercare dentro sé stesso una sua personale verità. La maieutica é infatti l’arte di aiutare le donne a partorire i bambini, allo stesso modo Socrate era un “ostetrico di anime”. La verità diventa quindi una conquista perso

Gorgia

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Se Protagora ha messo in crisi il rapporto tra realtà e linguaggio, Gorgia lo distrugge completamente. Gorgia si pone polemicamente contro il pensiero di Parmenide, confutandone l'identità tra realtà, pensiero e parola alla base della filosofia eleatica. Si parte da un'identità: il non essere è il non essere. E fin qui non ci piove. Ma se il non essere è non essere, vuol dire che "è" qualcosa. Quindi il non essere è. E negando il contrario, l'essere non è. "anche se fosse conoscibile, sarebbe incomunicabile". Queste tre proposizioni negative riassumono il nichilismo di Gorgia, ancora più radicale del relativismo di Protagora: non c'è modo di verificare oggettivamente se un discorso è vero (perché la parola non è in grado né di esprimere il pensiero, né di descrivere la realtà), ma l'importante è che sembri vero, affinché susciti "credenza" nei confronti del pubblico.   Con Gorgia la filosofia è ridotta a eristica, all'arte di sopra

i sofisti

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  -  Chi erano ?  I sofisti furono dei filosofi che fecero una  rivoluzione nell'ambito della riflessione filosofica ,  concentrandosi su  temi del linguaggio, della politica, delle leggi, dell'educazione,  cioè i problemi che riguardavano l'uomo e la società ; operando una vera e propria inversione rispetto al pensiero dei filosofi precedenti, che indagavano sul cosmo naturale e la ricerca di un principio originario. Erano esperti del sapere e giravano di città in città facendosi pagare per il proprio insegnamento, erano cioè come dei professori itineranti.Ancora oggi “sofista” è un termine negativo che indica una persona che sa fare dei discorsi molto convincenti ma che in realtà ha un sapere soltanto apparente. Con loro l'esercizio del sapere diventa un vero e proprio mestiere, attuato spostandosi da un luogo all'altro per cercare discepoli. Fu grazie a questi spostamenti che acquisirono una mentalità aperta e cosmopolita.  L'insegnamento dei sofisti stava in